L’uomo si rivolge ancora una volta alla Natura, come un capo al suo facchino, come il boia alla sua vittima, come Dio al suo nulla. Nella performance “HOME SWEET HOME” è la Natura che prende la parola, se per una volta l’uomo non potesse fare altro che ascoltare? Non potesse fare altro che guardare?
Il vostro futuro dipende da me. Quando io fiorisco, voi fiorite. Quando io vacillo, voi vacillate o anche peggio.
In questa creazione vogliamo che la Natura guardi negli occhi lo spettatore in un coinvolgimento drammatico di interrogazione. In questa confusione calcolata di sguardi che si toccano e si incrociano, il ritratto dell’uomo è quello dello spettatore stesso. E così, nello spettacolo, lo sguardo della Natura diventa una sorta di luce che illumina una serie di azioni umane, buone, cattive; schifose o innocenti.
“HOME SWEET HOME”, frase tanto presente nella memoria di milioni di uomini, presente al di là della coscienza e della scienza; al di là del sentimento e della storia, a prescindere dalla volontà di ognuno.Primo obiettivo dell’essere umano: costruire la Casa, il rifugio, il quartier generale, il luogo dalla quale estraniarsi dal mondo, lo spazio dove poter prendere decisioni e dettare regole.
Ma la nostra minuscola fortezza, posa le fondamenta su quella che è la vera casa, ovvero la Natura.
Io sono la Natura. Io andrò avanti. Io sono pronta a evolvere. E voi?”